venerdì 15 luglio 2016

La schiavitù nella piccola pubblicità (2)


Ho diviso i gruppi di annunci in periodi 
scanditi da leggi, decreti e fatti storici.
Faccio notare che, praticamente, 
in ogni edizione del giornale vi erano offerte 
di compravendita di schiavi. 
Ho scelto solo alcuni degli annunci tra tutti quelli trovati
scartando quelli essenzialmente uguali.

Inizio con il periodo dal 1808 al 1821.
Nel 1808, infatti, la famiglia reale portoghese, 
per sfuggire all'invasione napoleonica si trasferì in Brasile 
(con un seguito calcolato in circa 15000 persone) 
e vi rimase fino al 1821 anno della morte di Napoleone.

Inizia in questo 1808, 
in concomitanza con lo sviluppo delle grandi monoculture 
dello zucchero e del caffè, 
e con la riorganizzazione dell'attività mineraria, 
la più grande tratta di schiavi che introdusse, 
fino al 1850, 
un milione e quattrocentomila schiavi in Brasile.

Il 13 maggio 1808 Dom João Principe Reggente crea,
per decreto, quella che, in pratica,
sarà la Gazzetta Ufficiale del Regno.

Il 10 settembre di quell'anno appare
il primo numero della Gazeta de Rio de Janeiro”.   

Nell'emeroteca citata il primo numero disponibile
è del marzo 1809.

Iniziamo quindi dal 1 marzo 1809 che,  
nella sezione Avisos, pubblica:

Il 20 agosto ultimo scorso, 
fuggì uno schiavo nero di nome Matheus 
con i seguenti segni distintivi: 
viso grande e rotondo, 
con due cicatrici, 
una sopra il sopracciglio sinistro 
e un'altra sulla schiena, 
occhi piccoli, statura normale, 
mani grandi, dita grosse e corte, 
piedi grandi e corpo grosso. 
Nel negozio di tessuti di Antonio José Mendes Salgado de Azevedo Guimaraes, 
in via da Quitanda, n. 61, 
sarà dato a chi lo consegnerà, oltre al risarcimento delle spese sostenute, 
12$800 reis di ricompensa“.

Il testo è inserito dopo un annuncio 
di vendita di una barca e di un'asta di stoffe.
Per incredibile che sembri 
l'annuncio immediatamente successivo 
è la relazione di una raccolta fondi di beneficenza 
in cui il valore minimo donato era , si legge, di 1$280 reis 
e il valore massimo 300$000 reis donati dal Governatore.

Da notare il nome 'cristiano' imposto agli schiavi e 
i dettagli della minuziosa descrizione dello schiavo 
che, purtroppo, ricordano la descrizione di un'automobile usata
ai giorni nostri.

(La moneta dell'epoca era il 'mil reis', letteralmente 'mille re' e la grafia era appunto 1$000. 
Per avere un'idea del valore ricordiamo che, nel 1833, 
2$500 corrispondevano a gr 3,59 di oro.

La schiavitù nella piccola pubblicità (1)



In Brasile, nel secolo XIX, 
su tutti i giornali locali, 
vi era, come ora,
la sezione dedicata agli annunci economici,
in portoghese Avisos.

In quella sezione si vendevano 
e si offrivano merci,
come vedremo, di svariato tipo,
dai libri alle carrozze, alle navi.

Tra le "merci" poste in vendita spuntano, 
oggi incredibili,
gli annunci di schiavi,
da comprare, 
vendere e affittare come fossero,
appunto, “merci”.

Di questi annunci, in Brasile, hanno già trattato,
nella seconda metà del secolo XX, autori famosi,
in modo accademico e imponente.

Il mio impatto, devo riconoscere traumatico,
con questi annunci avvenne, per caso,
durante ricerche su giornali brasiliani del secolo XIX.

Pur conoscendo la storia della schiavitù 
in Brasile a grandi linee,
sconvolgente fu la sorpresa nel constatare
come tale commercio fosse considerato normale all'epoca.

Nei prossimi post cercherò 
di descrivere una infima parte
di questa assurda normalità
che ricorda e anticipa 
altre assurde normalità che l' hanno seguita.


Tutti gli annunci sono tratti da:
http://bndigital.bn.br/hemeroteca-digital/
che consiglio 
a tutti coloro che sappiano leggere in portoghese.